A Lino Banfi: dica mille parole sulle trivelle in Puglia
è il titolo della lettera di Maria Rita D’Orsogna, Fisico, docente universitario, attivista ambientale. La professoressa è nata nel Bronx, vive a Los Angeles, ma ha trascorso l’infanzia anche nel verde di Lanciano (Chieti)
Antefatto: lo spot del comico pugliese Lino Banfi per sponsorizzare Energas che ha intenzione di costruire il più grande deposito costiero di gpl d’Europa, 60 mila metri cubi. Dove? Nella sua terra, in Puglia, a Manfredonia.
Reazione del sindaco su Fb: il sindaco di Manfredonia lo accusa su Facebook di “aver svenduto la sua immagine per sponsorizzare Energas. Non abbiamo più la vocazione industriale di un tempo e non la rivogliamo”. E teme per la pericolosità dell’impianto
Quando: gli spot sono partiti su Mediaset, Sky e Telenorba proseguiranno fino al 23 novembre
La risposta di Banfi: su Fb l’attore prende le distanze e in sostanza dice:
- faccio il testimonial in uno spot di Energas, un’azienda che vende gas, quello che tutti usiamo per cucinare, riscaldamento e anche locomozione.
- su questo argomento non ho un’opinione precisa perché non me ne intendo. È pericoloso, è sicuro? Non lo so.
- faccio l’attore: poteva essere Eni, Q8, Esso o chi volete voi: per me è lavoro, il mio lavoro
- nessuno può mettere in discussione l’amore che ho per la mia Puglia e anche per Manfredonia
- non mi tirate dentro una polemica politica che non mi riguarda affatto.
La risposta, tutta da leggere, è nella lettera di Maria Rita D’Orsogna, che riportiamo:
Caro Lino Banfi,
Sono appena tornata a casa, dopo il lavoro, dopo la palestra, e dopo un altro dibattito non proprio esaltante di questa deprimente saga Clinton-Trump. Vorrei solo mettermi a letto e leggere un libro, imparare una cosa nuova, pensare a cose belle, costruttive.
E invece sono qui che le scrivo, perché non posso fare niente altro, anche se so che possibilita’ che lei legga quel che scrivo sono molto basse.
Non sono nessuno, lo so. Ma qualcuno deve pur parlare. Sono stanca. Di una stanchezza antica, che nasce da quando piu di nove anni fa mi dissero che l’ENI voleva trivellare l’Abruzzo. Sono quasi dieci anni, sa?
Leggo le sue parole su Manfredonia, sulla costruzione di un impianto GPL nella cittadina pugliese, e della sua *libera* scelta di fare pubblicita’ per la ditta Energas coinvolta in questo impianto.
E’ Manfredonia ed è Lino Banfi, ma avrebbe potuto essere Jovanotti e l’ENI, Papaleo e la Basilicata, o Benigni e la costituzione italiana. Non sono importanti i dettagli. Sono importanti i protagonisti e le circostanze. Perché è sempre lo stesso il concetto: gente con potere, con immagine, che potrebbe fare del bene e che invece in qualche modo supporta lo status quo perche’ il proprio orto è piu importante che il giardino della nazione.
In Italia nessuno c’entra mai nulla con niente.
Posso dirlo? A me nessuno ha mai chiesto di fare pubblicità, ma quando mi dissero che arrivava l’ENI in Abruzzo a differenza di lei non mi sono detta “io con le trivelle di Ortona non c’entro nulla”
o “io con le trivelle di Ombrina non c’entro nulla”.
Mi sono messa lì a voler *capire* e a fare la mia parte.
E ci sono voluta entrare perché la res publica è di tutti, anche mia e anche sua, a prescindere da dove viviamo e cosa facciamo per vivere.
Nel mio caso vivevo in California, eppure non mi e’ mai passato per l’anticamera del cervello di dire che la “polemica” sul petrolio non mi riguardava o che “non ho un opinone precisa”.
Ci ho perso del tempo e me la sono fatta questa opinione.
Perche’ l’ambiente, il territorio, ‘Abruzzo, la Puglia, l’Italia non sono concetti astratti che *qualcuno* difenderà. Sono concetti reali che tocca a noi tutti difendere.
E chi più potere ha, di qualsiasi genere, più responsabilità ha.
E lei?
Lei non è la massaia di Manfredonia. Lei è una persona famosa. E in quanto tale ha un *dovere* etico, morale, civile, io credo, di usare quel che si è in modo costruttivo.
Se lei dice una parola per difendere Manfredonia, la Puglia, o qualsiasi altro angolo d’Italia, il tutto rimbalzerebbe sulle cronache nazionali in un batter d’occhio. Proprio come è successo adesso. Solo che adesso invece che finire sulle stampa per cose costruttive, lei ci è finito per critiche piu o meno inutili.
Che significa “Io faccio l’attore”?
Chi deve cambiare l’Italia? Chi deve proteggere l’ambiente? Chi deve dare l’esempio?
Perché queste cose sono cosi lampanti ai miei occhi, e la maggior parte degli italiani famosi non riesce a capirlo?
Anche io potevo dire: io faccio il professore universitario negli USA e chi si è visto si è visto. Il petrolio non era il mio lavoro. Eppure ho dato quello che potevo perchè era giusto cosi.
E lei?
*Prima* di sottoscrivere pubblicità non le è venuto in mente di voler studiare esattamente cosa questa ditta faceva?
Chi c’era dietro?
Ma poi, caro Lino Banfi, quanti miliardi deve accumulare uno ad 80 anni?
Quanti miliardi le servono ancora? Possibile che uno ad 80 anni non si renda conto che forse è meglio lasciare *altre* eredità? Non materiali, ma civiche?
Ed ecco qui un’occasione per lei: perché non fa lo spot contro le trivelle in Puglia che lo scellerato governo di Renzi continua ad approvare?
Sono anni e anni – appunto almeno nove per quello che mi riguarda – che se ne parla, e credo che le argomentazioni sono diffuse a sufficenza sulla stampa nazionale e regionale che tutti a questo punto possano avere una idea.
E anche se non ce l’ha, ci si metta, indaghi, si faccia consigliare, e vedrà che queste Renzi-trivelle non porteranno niente di buono alla Puglia che lei dice di tanto amare.
E quindi, ecco per lei l’occasione di agire. Dica qualcosa sulle trivelle in Puglia. Lasci questa eredità qui. Difenda il suo mare. Dica una, due, mille parole sul mare di Puglia.
Rileggo quello che lei scrive.
Cosa significa che lei ama la Puglia? La ama a parole o nei fatti? Perché l’amore si mostra con ciò che si fa, e non a chiacchere. L’amore ci spinge a muovere le cose, a cambiare quello che c’è di storto e a metterci in gioco per difendere o migliorare quello che amiamo. A parole siamo tutti bravi.
A che serve avere della notorietà sennò?
Ma poi, non pretendo che lei capisca. Dopotutto l’Italia è quasi fondata sul concetto che la res publica non è di nessuno, che basta che uno pensi al proprio tornaconto, e al resto che ci pensi qualcun altro. E lei è figlio di quella cultura.
Vorrei tanto invece che invece i giovani che arrivano alla vita civica adesso, capiscano che c’è un altro modo di viverlo questo vivere civico che non sia fondato sul “io non c’entro niente” quanto sul “io voglio fare la mia parte per rendere questa nazione migliore, per quanto piccola”.
Ricorda le parole di Kennedy?
Ask not what your country can do for you, ask what you can do for your country
In questi tempi, in cui l’ambiente viene massacrato a destra e a manca, caro Lino Banfi, una parola e’ poca, due pure, e mille pure.
Ci vorrebbero le trombe dai tetti a dire: salviamo quel poco che ci resta da salvare — in Italia e nel resto del pianeta.
La lettera integrale di Maria Rita D’Orsogna è pubblicata sul suo blog.