Le città italiane, specialmente (ma non esclusivamente) quelle più importanti, sono cariche di storia, simboli, dialetti, cibi.
E, soprattutto, di persone e di problemi, a volte tragici, ad esse legati.
Tutto questo, a noi pare, contribuisce a determinare una sorta di “carattere” delle città italiane.
Ognuno diverso dall’altro, ma non opposti. Anzi, a guardarli da vicino, i “caratteri”, si direbbero in dipendenza tra di loro. Una filiera di soggetti diversi, ma complementari. Strane coppie.
Qui ci siamo divertiti a metterne in vetrina alcuni aspetti. Con qualche tentativo di ironia.
TORINO: cercasi Appendino per la fascia del Sindaco.
ROMA: miRaggi.
MILANO: Sala occupata.
CAGLIARI: la “pastorale” del pecorino.
AOSTA: un vero Gran Paradiso!
TRIESTE: bOra legale.
FIRENZE: giglio tragico. Da qui l’inizio della fine.
VENEZIA: acqua alla gola.
GENOVA: dal 14 agosto scorso, tutti sanno che Morandi non è solo il cognome di un cantante.
BOLOGNA: tu non mi basti mai.
ANCONA: nel suo stemma c’è uno scudo rosso, affiancato da due ramoscelli di ulivo e di quercia. Nostalgia canaglia.
PERUGIA: Baci!
L’AQUILA: in volo sulle macerie. Di chi ha detto e non doveva dire. Di chi doveva dire e non ha detto. Di chi ha fatto e non doveva fare. Di chi non ha fatto e doveva fare.
BARI: fanno orecchiette da mercante. In cima ad ogni cosa. Specie se si parla di rape.
NAPOLI: potendo: Totò sindaco, Peppino vice, Tina Pica al bilancio e Nino Taranto all’urbanistica. Avrebbero fatto meno ridere di tanti altri.
REGGIO CALABRIA: il ponte ci va stretto.
POTENZA: amaro Lucano.
CAMPOBASSO: (49.000 abitanti) è gemellata con Ottawa (930.000).Gemelli diversi.
PALERMO: Orlando? Ancora tu!