Il nostro bisogno di sicurezza alimentare spinge il business dei laboratori di analisi. Crescerà a un tasso del 7% all’anno fino al 2020. Raggiungerà il valore di 16,1 miliardi di $ Usa secondo le stime.
Fonti di contaminazione: verdure, carni, acque e terreni – Con la globalizzazione dei mercati alimentari e l’aumento dei pasti consumati fuori casa, freschi ed economici, cresce la domanda di sicurezza. Ma tagliare, affettare e minuzzare, aumenta il rischio di contaminazioni.
Altrettanto avviene i prodotti a base di carne bovina e pollo che fanno la parte del leone nei test soprattutto perché hanno la maggiore probabilità di essere contaminati (Salmonella, E. coli, Listeria).
Non tutte le contaminazione nascono dalla manipolazione, trasformazione e consumo degli alimenti. Alcuni agenti inquinanti, come i metalli pesanti, entrano nella catena alimentare perché presenti nell’acqua o nei terreni contaminati utilizzati per produrre l’alimento. È il caso dell’arsenico che contamina il riso coltivato nel delta del Mississippi probabilmente a causa dell’utilizzo prolungato di pesticidi a base di arsenico. Casi analoghi, la presenza di composti del mercurio nei pesci e del piombo nell’acqua potabile.
Chi guida la crescita dei test – La spesa pubblica nordamericana è la più significativa. Avanzano anche Centro e Sud America, Asia-Pacifico, Africa e Medio Oriente.
È la prosperità a dettare la domanda di sicurezza: non a caso lo sviluppo più forte è stimato nell’area Asia-Pacifico guidato dalla domanda per i prodotti alimentari più sicuri. La Cina, in particolare, dovrebbe registrare un forte incremento della domanda di analisi degli alimenti.
Metodi vecchi e nuovi – Cambierà anche la geografia dei metodi di analisi destinati. Le tecnologie sono molteplici e vanno da semplici ispezioni visive ai saggi microbiologici e alle tecniche di coltura. Prenderanno sempre più piede i test in grado di rilevare gli agenti patogeni in modo rapido e definitivo. Consentiranno ai funzionari della sanità pubblica di intervenire in fretta in caso di necessità.
Tra i metodi più sofisticati e rapido (ed anche più costosi) vi sono Pcr (Polymerase Chain Reaction) e immunosaggi. Possono essere eseguiti in poche ore e consentono di individuare contaminanti di origine sia biologica sia chimica.
Per individuare le micotossine in campioni di mais i ricercatori cinesi hanno annunciato lo sviluppo di un metodo immunoenzimatico a fluorescenza polarizzata per rilevare contemporaneamente più micotossine. L’identificazione dei campioni di mais contaminati sarebbe avvenuta entro 30 minuti, compresa la preparazione del campione.
Scienziati dell’Università di Stato di New York in recente ricerca hanno annunciato di poter identificare i vari ceppi di patogeni di Escherichia coli e Staphylococcus epidermidis in meno di 24 ore.
Infine vi sono i biosensori, come la lingua elettronica che che consentono di rilevare dati complessi.
Per approfondire: http://bit.ly/28IxHA6