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Partecipare a un corso di Biodanza potrebbe essere per molti di noi la forma migliore per fare del movimento. Ma non è solo questo

La Biodanza è un sistema ideato da Rolando Toro, antropologo e psicologo sudamericano, che lavora nel profondo, in modo delicato e mai invadente, attraverso una danza che si fa in gruppo.

Sotto la guida strutturata di un CONDUTTORE (nulla è lasciato al caso o allo spontaneismo)

  • si fanno girotondi,
  • si cammina per mano,
  • si saltella e ci si guarda,
  • a volte ci si abbraccia,
  • si lascia che i movimenti fluiscano naturalmente dal corpo verso l’esterno e viceversa.

Il tutto con una musica in sottofondo che all’occorrenza è allegra, morbida, lenta, ritmata, rilassante. Sempre adeguata.

L’abbigliamento è quello comodo delle grandi occasioni: tuta e calzettoni, in questo caso antiscivolo.

Tutto il lavoro espressivo/corporeo che si produce durante i laboratori determina piccoli, progressivi e benefici aggiustamenti a livello fisiologico, che si ripercuotono adeguatamente e immancabilmente sulla psiche, che sappiamo non essere altra cosa dal corpo.

E mai come nella biodanza (nemmeno nello yoga e nella meditazione) la teoria del corpo/mente come di una cosa sola, si traduce con tale evidenza nella pratica.

I commenti delle persone che partecipano, sono nella maggior parte dei casi, orientati a definire sensazioni di maggiore centratura e profonda adesione a sé stessi, spesso di serenità, quasi sempre di equilibrio ritrovato.

Si dice che la biodanza aiuti a:

  • ritrovare il contatto fra gli esseri umani;
  • recuperare dimensioni dimenticate di esistenza;
  • creare condizioni di libertà della persona;
  • ritrovare la dimensione del qui ed ora.

È stata definita: danza della vita; poetica dell’incontro umano.

Per praticarla NON SERVE SAPER DANZARE.

Danzare per credere