Cresce il numero degli alunni delle scuole elementari che rinuncia al cibo dalla mensa scolastica e preferisce consumare il panino, o altro, portati da casa.
Una circolare del ministero dell’Istruzione afferma: chi si porta il pasto da casa deve utilizzare le stesse accortezze che si hanno con i bambini con le diete speciali. Ciò perché i bimbi da sempre mangiano accanto agli altri studenti senza problemi.
Il paragone con i bambini con diete speciali è apparso subito molto azzardato in quanto non si possono paragonare i bambini che mangiano quello che i genitori hanno preparato a casa, con quelli che hanno problemi di intolleranze alimentari, di allergie, di celiachia o di altre situazioni fisiologiche e patologiche che abbisognano di una dieta particolare.
La sentenza del Tribunale di appello di Torino, emessa circa nove mesi fa, ha sancito la libertà di “mensa” spingendo molti generatori, non solo a Torino e provincia ma anche in molte altre città e paesi italiani a scegliere di mandare a scuola i loro figli con il vecchio cestino contenente il pranzo.
Il ministero per l’Istruzione ha fatto appello in Cassazione. In attesa della sentenza ha emanato una circolare (ai primi di marzo 2017) agli uffici scolastici regionali indicando le linee guida da osservare:
- il diritto degli alunni a consumare il panino nella mensa scolastica dove gli altri utilizzano il catering della mensa,
- ampio margine di decisione oltre che di valutazione alle singole scuole.
- sono le singole scuole a valutare come far consumare il pasto domestico negli spazi comuni
- invita presidi e dirigenti degli uffici scolastici regionali a chiedere il supporto del Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione delle Asl per individuare le modalità che garantiscano la salute di tutti gli studenti.
La circolare ministeriale costituisce comunque un’apertura verso il principio enunciato dai giudici d’Appello per cui il raggiungimento di un accordo che garantisce:
- la libertà di “panino” degli alunni
- e nello stesso tempo la permanenza del momento educativo per tutti gli alunni durante la pausa mensa
potrebbe rendere inutile la prosecuzione del giudizio in Cassazione.