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Tutto è nato nella “officina”. Per questo si chiamano piante officinali! Noooo, non nell’officina del meccanico dove portiamo a riparare le auto, ma nell’officina dello speziale. Ricordate “I Malavoglia”? Lo speziale di Aci Trezza? Era il farmacista, lavorava nell”officina’ (ovvero il laboratorio nel retrobottega) dove preparava le medicine a base di piante.

Oggi stiamo abbandonando la medicina tradizionale, per tornare ai fitopreparati. Entriamo quindi in erboristeria o nel reparto naturale delle farmacie dove ci propongono

Altea (Althaea officinalis L.),

Calendula (Calendula officinale L.),

Camomilla (Matricaria chamomilla L.),

Cardo mariano (Silybum marianum L.),

Echinacea (Echinacea spp),

Elicriso (Helichrysum italicum G. D.),

Genziana (Gentiana lutea L.),

Iperico (Hypericum perforatum L.),

Issopo (Hyssopus officinalis L.)

Lavanda (Lavandula officinalis Chaix),

Liquirizia (Glycirrhiza glabra L.),

Malva (Malva silvestris L.),

Melissa (Melissa officinalis L.),

Menta (Menthaxpiperita L.),

Passiflora (Passiflora incarnata L.),

Rosmarino (Rosmarinus officinalis L.),

Salvia (Salvia officinalis L.),

Timo (Thymus vulgaris L.),

Valeriana (Valeriana officinalis L.)

… e tante altre.

Quindi cosa sono le piante officinali? Secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sono tutti quei vegetali che contengono, in uno o più dei loro organi, composti che possono essere utilizzati a fini terapeutici o che sono i precursori di sintesi chemio-farmaceutiche.

E a quanto pare noi italiani apprezziamo molto questi preparati salutistici visto che l’Italia è il paese europeo con più alto numero di erboristerie (più di 5.000 e il dato è in aumento) e di farmacie con reparto dedicato alle cure a base di erbe (circa 6000).