Dal 22 agosto 2016 è vietato il Glifosato nelle aree “frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie”
Le limitazioni all’uso e al commercio dei prodotti erbicidi a base di Glifosato sono state disposte dal ministero della Salute con il decreto del 9 agosto 2016 in attuazione delle corrispondenti disposizioni comunitarie.
Il provvedimento ministeriale è destinato a tutelare in maniera diretta la salute dei gruppi sociale più deboli e vulnerabili al fine di evitare loro ogni possibile ed eventuale conseguenza sulla loro salute conseguente all’uso del potente erbicida.
Il divieto d’impiego del Glifosato nei parchi e nei campi sportivi costituisce la migliore applicazione del principio di precauzione in quanto, anche in mancanza di riscontri completi sul potere cancerogeno dell’erbicida, si procede a bonificare i luoghi che per definizione dovrebbero essere i più salubri.
Un lungo rimpallo di pareri
- La questione Glifosato viene dibattuta da oltre un anno dopo la classificazione dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) del glifosato come sostanza “probabilmente cancerogena per l’uomo”.
- L’autorevole parere fu smentito in maniera altrettanto autorevole dall’Agenzia della sicurezza alimentare europea (Efsa) nel novembre 2015: era “improbabile” che la sostanza attiva dell’erbicida fosse cancerogena. Parere ribadito dalla Fao e dall’Oms ad aprile 2016.
- – A fine giugno 2016 la Commissione europea ha messo la parola fine alla vicenda prorogando l’autorizzazione alla messa in commercio, ma solo fino alla fine del 2017 in attesa di un parere definitivo dell’Agenzia chimica europea sui rischi per la salute.
Il Glifosato è un erbicida a largo spettro d’azione, attivo sia sulle infestanti annuali sia su quelle perenni sia sulla parte aerea cioè sul fusto e sulle foglie sia su quella ipogea cioè nelle radici, che inibisce uno specifico enzima nei vegetali, indispensabile per la sintesi degli aminoacidi aromatici.
Ma le alternative chimiche sono più pericolose
Con cosa potrebbe essere sostituito? La rimozione manuale o meccanica delle piante infestanti è il metodo più sicuro sia per la salute umana sia per l’ambiente. Ma anche il più lungo e più costoso. Motivo per cui ci si affida agli erbicidi, che svolgono una operazione molto più veloce a costi bassi. In alternativa al glifosato si potrebbero usare altri fitofarmaci specifici per le singole colture. Il problema è che sul mercato ce ne sono anche di più pericolosi e inquinanti del glifosato, quindi forse non si risolverebbe il problema.