La ricerca di antiossidanti ed altri composti bioattivi, tanto utili per rallentare l’invecchiamento del corpo umano e prevenire alcune malattie, si va facendo sempre più serrata.
Arriva dall’India una ricerca che ha preso in esame 10 frutti commestibili selvatici himalayani. Secondo i ricercatori, questi frutti contribuiscono in modo significativo alla sicurezza alimentare del genere umano in tutto il mondo. Tuttavia, analisi dettagliate dei composti bioattivi e antiossidanti importanti per la salute sono carenti.
Dalla ricerca del Govind Ballabh Pant National Institute of Himalayan Environment and Sustainable Development è emerso che:
- Terminalia chebula, Phyllanthus emblica e Myrica esculenta sono la più ricca fonte di polifenoli totali;
- Pyaracantha crenulata, Terminalia chebula e Berberis asiatica sono una ricca fonte di flavonoidi;
- Phyllanthus Emblica, Morus alba e Ficus palmata sono una fonte di acido ascorbico e antociani;
- Morus alba, fra le specie analizzate, è risultata l’unica fonte di beta-carotene.
I composti fenolici, quali acido gallico, catechina, acido clorogenico, acido caffeico e p-cumarico variano tra le specie anche se il livello massimo è stato trovato in Terminalia chebula e Phyllanthus emblica. L’attività antiossidante è risultata significativamente correlata a fenoli totali, flavonoidi e composti fenolici.
I risultati hanno indicato che queste specie dovrebbero essere promosse come fonte naturale di composti antiossidanti e nutraceutici per integrare la dieta alimentare della gente di montagna, oltre ad aiutare a prevenire le malattie degenerative.
A questo punto tutti pronti per partire per le Indie alla ricerca e raccolta di questi prodotti e magari ad importarne le piante per coltivarle nel Vecchio Continente?