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La riunione (di un’azienda, un partito, una bocciofila) è una palestra di vita, una rappresentazione di caratteri umani, un equilibrio di parole, silenzi, stress, frustrazioni, ambizioni.

riunione vignetta

La riunione è,  all’un tempo, specchio di ciò che siamo e che non siamo. Un branco che cerca di farsi gruppo. Un gruppo che rischia di rimanere branco.

È il luogo fisico dove emerge il meglio e il peggio di chi lo occupa: perché la riunione è, sopra ogni altra cosa, competizione.

Vi sono alcuni “tipi umani” che, nelle riunioni, ricorrono sempre e la cui assenza avrebbe lo stesso effetto degli Stones senza Mick Jagger o del Primo Maggio senza garofani.

Vediamone alcuni.

IL CAPO   capo riunione

Non è sempre il più anziano, ma quasi sempre non è il più giovane.

È quello che coordina la riunione e che, al suo termine, ne fissa la sintesi che di solito coincide con la proposta di nominare una Commissione che approfondisca l’argomento discusso: cioè fare un’altra riunione.

Indossa abitualmente la cravatta: per sembrare più aperto ed inclusivo, quando serve e solo durante la riunione, ne allenta il nodo.

È il discorso della cravatta.

IL VICE CAPO

Il suo compito fondamentale, se non esclusivo, è quello di sostituire il Capo quando non c’è.

Il problema è che il Capo c’è sempre.

Il Vice Capo, terminato il suo intervento, si affretta nel chiedere sottovoce al Capo: “Come sono andato?”. Anche per questa ragione si siede immancabilmente alla sua destra: a portata di orecchio.

È lui che ordina, attraverso le segretarie, il caffè durante la pausa. Sbaglia senza rimedio nel riferire le ordinazioni.

È il discorso di chi ormai non ha più niente da dire.

IL PIÙ GIOVANE  laureato riunione

Solitamente è maschio. Fa sport, ma non va in palestra (troppa promiscuità). Nella pausa beve integratori portati da casa. Età compresa fra i 30 e i 34 anni. Tiene sulla scrivania l’ultimo di Baricco aperto sulla pagina con dedica.

Non dimentica mai di citare la prestigiosa università da cui è arrivato.

Partecipa alla riunione in maniche di camicia rigorosamente azzurro Oxford, in omaggio al suo master post laurea inglese.

È il discorso della camicia.

QUELLO/A CHE FA SOLO DOMANDE

domande riunione metaforaÈ l’uomo (o la donna) che deve chiedere: sempre.

Senza questa figura si incrinerebbe l’equilibrio del gruppo, perché metterebbe subito in crisi colui (colei) che sa solo dare risposte: anche quando non le conosce. La legittimazione di questa figura non deriva dal cosa rispondere, bensì dal rispondere: e basta.

È l’azione che qualifica il ruolo, non il suo contenuto.

Se maschio porta ormai evidenti i segni di una calvizie incipiente.

Se femmina si tiene apposta la ricrescita per far intendere, a chi deve intendere, che sta sempre in ufficio.

È il discorso della ricrescita.

QUELLO CHE NON È MAI D’ACCORDO scacchi riunione

Se non ci fosse bisognerebbe cercarlo.

È il Gino Bartali delle riunioni. Le statistiche lo registrano come maschio e single (non ha scelto nessuna delle due).

Pensiero fumosamente critico, ma solidamente non autocritico e comunque all’opposizione della relazione: è il garante, involontario e inconsapevole, della dialettica democratica della riunione. Il contrario che legittima i favorevoli.

Per questa ragione viene inserito in tutte le Commissioni.

È il discorso del dissento ergo sum.

IL RUFFIANO  marionetta in riunione metafora

“Condivido fin da ora l’intervento che farà il Capo” è il suo incipit di ordinanza.

Non è interessato al potere, ma è attratto da chi lo detiene.

Al servizio di chi comanda preparandosi a servire chi comanderà.

Quando il ruffiano interviene, il Capo ne approfitta per andare in bagno: ostentandolo.

Il nostro si mette seduto distante da quello che non è mai d’accordo per far capire che lui, invece, è sempre d’accordo.

È il discorso del posto a sedere.

 LA VIDEO CONFERENZA 

Funziona fino a pochi secondi prima dell’inizio della riunione. Poi si blocca per ripartire solo a riunione finita.

 

IL DOPO RIUNIONE

debriefing riunione

Quelli bravi lo chiamano debriefing, in realtà è la riunione continuata con altri mezzi.

Dove i risentimenti hanno la meglio sui sentimenti. Lo sfogo sulla ragione.

Il nuovo equilibrio è determinato dal fatto che Capo, Vicecapo e ruffiano sono assenti e l’uguaglianza di ruolo tra i convenuti è raggiunta e con essa esce di scena la competizione.

“Siamo nelle mani di incapaci”.

“La prossima volta mi faccio sentire”

“Tanto io a fine anno raggiungo quota 100”

Sono solo alcune delle frasi più in voga.

 

Qui mi fermo. Sono già in ritardo ad una riunione.

Eh sì, rappresento quello che arriva sempre a riunione già iniziata.

È il discorso del tanto non cambia niente.

 

 

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