Teche e Parchi: come portare per mano bambini e adolescenti lungo percorsi densi di coooperazione e di solidarietà
I compagni di viaggio dell’Istruzione di base – Scuola dell’infanzia, Scuola primaria, Scuola media – vorremmo indossassero l’abito
- delle Teche (biblioteche, pinacoteche, museoteche, e meroteche et al)
- e dei Parchi (ecosistemi, percorsi naturalistici, fattorie didattiche, agriturismi et al.).
Le une e gli altri hanno il pregio di portare per mano i bambini e gli adolescenti lungo percorsi lastricati di disciplinarità e di interdisciplinarità, densi di coooperazione e di solidarietà.
Istruzione e relazione educativa
Di più. L’uso sistematico degli spazi di interclasse ed extrascolastici si intitola ai Laboratori, simboli di un’immagine di istruzione e di relazione educativa.
Questi, traggono benefici vistosi se abitano la variata e polifunzionale morfologia delle Teche/Parchi perché, tra le loro pareti, si riducono di molto le cifre di selezione e di discriminazione che si accumulano in classi statiche e ritualistiche.
In particolare, la proposta é di non-dividere i maschi dalle femmine, i piccoli dai grandi, i più dotati dai normodotati, gli scolari di un gruppo/classe dagli scolari di altre classi.
I Laboratori dieci e lode foggiano utenze/scout
Domanda. Qual è la loro carta d’identità? Risposta. Sono generazioni attive, laboriose, impegnate a slargare il più possibile i cieli della conoscenza al fine di esplorare altre volte celesti, altri mondi possibili.
- Parliamo di bambini e di adolescenti che assaporano una scoperta dopo l’altra perché scelgono i propri interessi, le proprie curiosità, i propri dubbi.
- Sono bambini e adolescenti che osservano il variegato mondo che hanno di fronte. E sanno, anche, scrutare e sognare orizzonti lontani: oltre la siepe leopardiana.
L’autostrada dell’Istruzione va dunque aperta al passaggio dei Laboratori perché corredati di dinamiche plurali di aggregazione, disaggregazione e riaggregazione degli alunni in gruppi mobili ed eterogenei di studio, di ricerca, di creatività e di sport.
Soprattutto godono un punto/top – tutto pedagogico – nel proporre conoscenze e competenze che pongono al centro la qualità più che la quantità degli apprendimenti.
Dunque, nella morfologia dei Laboratori campeggia un obiettivo cognitivo: la metaconoscenza. Nel senso che i suoi spazi didattici sono il regno di paradigmi culturali trasversali: non rintracciabili negli statuti disciplinari a canne d’organo dei Programmi ministeriali.
Un ultimo urrà alla Scuola dei Laboratori
Questa, conteggia una perla-in-più nella sua prestigiosa collana formativa.
Chi abita il Laboratorio ruba gli occhi a Forrest Gump.
Sono cristallini grandi e profondi necessari per congetturare con la propria testa e sognare con il proprio cuore.
Ma sono anche occhi persi nel vuoto per rincorrere una piuma surreale, un sogno impossibile. In ogni caso è uno sguardo copernicano pieno di voglia di conoscere il mondo, ma anche di azzardare lo scacco dell’inattuale e dell’ignoto.