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Un panino al posto della mensa scolastica? È un diritto. Lo ha sancito il Tribunale di Torino: gli studenti hanno il diritto di portarsi il cibo da casa senza dover utilizzare le mense scolastiche.

Il principio di diritto è stato affermato dai giudici che, con una ordinanza, hanno respinto un reclamo presentato dal ministero dell’Istruzione giudicandolo infondato.

La vicenda prende spunto da un’azione giudiziaria di una cinquantina di famiglie di alunni della scuola primaria, hinterland torinese, iscritti al tempo pieno che, protestando contro l’aumento del costo dei pasti e la qualità del cibo, hanno chiesto di poter scegliere, per i propri ragazzi, tra il servizio di refezione offerto dal comune – a caro prezzo! – e il consumo, a scuola, durante l’orario del pranzo, di alimenti preparati a casa.

Il ministero dell’Istruzione attraverso l’Avvocatura dello Stato è sceso in campo sia in prima istanza che in sede di secondo giudizio per contestare il legittimo interesse delle famiglie a dare ai figli un semplice panino da consumare durante la pausa a scuola.

Oggi si chiama street food quello che si consuma per strada, acquistato da venditori occasionali o anche da locali alla buona che preparano cibi legati alle tradizioni locali che in Italia sono tantissime.

hamburgerFino all’avvento delle mense scolastiche c’era lo school food che altro non era che il panino con la frittata o la cotoletta o la salsiccia o semplicemente con il salame o il prosciutto oppure i portavivande in alluminio con la lasagna o la pasta e fagioli che venivano fatti riscaldare sulla stufa di classe.

La varietà dei cibi che gli alunni portavano e consumavano a scuola era la manifestazione della cultura familiare e sociale di ciascuna regione, territorio, rione e strato sociale.

Il Miur ritiene invece che sia molto più educativo mangiare insieme il cibo delle mense preparato sulla base delle tabelle dietetiche che tengono conto delle necessità nutritive degli alunni. Poco importa se molto del cibo delle mense finisce tra i rifiuti perché non adeguatamente presentato e non sempre apprezzato dai piccoli consumatori.

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