Tutti i prodotti riportano un’indicazione alla quale diamo poca o nessuna importanza. È quella relativa al lotto di produzione del bene che stiamo scegliendo e acquistando.
Tale indicazione attira la nostra attenzione solo quando è espressa con una data che coincide con quella in cui tale prodotto è stato ottenuto. Una data ravvicinata ci dà maggiore tranquillità rispetto ad una più lontana. Comunque tale indicazione viene subito messa in relazione al termine massimo di consumo del prodotto ovvero il termine entro il quale il produttore garantisce il mantenimento delle condizioni fisiche, chimiche ed organolettiche del prodotto stesso.
Ebbene l’indicazione del numero di lotto è invece fondamentale per tutti i prodotti, compresi quelli non alimentari, perché indica che tutti i beni che riportano lo stesso numero di lotto, sono stati ottenuti applicando lo stesso processo produttivo in termini di materie prime impiegate, di processi tecnologici adottati, di confezionamento, di trasporto e di distribuzione.
Un qualsiasi accidente che possa capitare durante la filiera di un lotto produttivo può compromettere la qualità finale dei prodotti dell’intero lotto non potendosi circoscrivere ragionevolmente è sicuramente il danno solo ad alcuni dei prodotti di quel lotto.
Sia il produttore che qualsiasi altro operatore della filiera e gli stessi consumatori possono accorgersi di qualche anomalia che per i prodotti alimentari può arrivare ad essere dannosa per i consumatori. La normativa comunitaria e quella nazionale impongono agli operatori del settore alimentare di adottare immediatamente misure di tutela della salute dei consumatori.
Tali misure prevedono l’informazione degli utenti e consumatori e nei casi più gravi, nel ritiro del prodotto stesso dal mercato a spese del produttore.
Per attuare queste misure è fondamentale far riferimento al lotto di produzione. Infatti, solo i prodotti appartenenti allo stesso lotto sono potenzialmente pericolosi e devono essere ritirati dal mercato.
L’Ue ha messo a punto un sistema intra comunitario ed extracomunitario per ricevere e diffondere qualsiasi segnalazione di allerta riguardante prodotti alimentari con l’indicazione del prodotto, dell’anomalia che lo contraddistingue e delle misure già adottate come il parziale o totale ritiro dal mercato e, soprattutto, con il numero di lotto del prodotto in questione.
Queste informazioni vengono ampiamente diffuse in tutti gli Stati membri, ma molto meno in Italia
Destano quindi sorpresa e stupore le sporadiche segnalazioni e i ritiri di qualche lotto di prodotti messi in atto da qualche operatore del settore alimentare.
Questi ultimi ritengono che tali operazioni siano disonorevoli in quanto gettano ombre sull’impresa. Al contrario, dovrebbero essere il segnale di maggiore affidabilità e serietà. Gli stessi distributori come i supermercati, rifiutano di dare maggiore pubblicità a queste operazioni di ritiro. Temono infatti il giudizio negativo dei clienti che incolperebbero il supermercato di non aver posto attenzione nella scelta del fornitore e dei prodotti.
Gli ultimi casi: dopo l’annuncio il nulla
Parlare apertamente di alcuni casi che confermano la riluttanza ad attivare operazioni di ritiro serve solo a scatenare le imprese produttrici e commerciali che ci subisserebbero di comunicati di smentita piuttosto che indicare i lotti ritirati e il luogo dove è avvenuto il ritiro.
Eppure nelle ultime settimane una grande multinazionale dei prodotti da forno con marchi italiani affermati in Italia e nel mondo ha comunicato di aver ritirato dal mercato alcuni lotti di alcune referenze dei suoi prodotti più noti. Il comunicato ha avuto solo una diffusione “ufficiale” da parte della ditta senza alcuna successiva divulgazione nei punti vendita. Questi ultimi hanno continuato a vendere gli stessi prodotti, addirittura in offerta, non sappiamo se appartenenti ai lotti da ritirare o a lotti che avevano sostituito i primi.
Eppure in questo caso c’era il rischio, dichiarato dal produttore, che i prodotti in questione potessero contenere qualcosa di diverso dalle materie prime usuali e quindi fare qualche danno, seppure minimo o forse nullo, all’ignaro consumatore!
Analoga situazione si è verificata qualche mese addietro quando lo stesso produttore ha dichiarato di ritirare dal mercato i prodotti da forno contenenti olio di palma dopo le note polemiche su tale prodotto. Anche in quel caso i consumatori non hanno saputo nulla o quasi e hanno continuato a trovare le confezioni di prodotti contenenti olio di palma in bella mostra sugli scaffali e anche “in offerta” non si sa se per smaltire le scorte o per evitare l’effettivo ritiro e risparmiare sui relativi costi.