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Le intolleranze alimentari sono ormai comunissime

  • Accanto a questo proliferare di intolleranze alimentari  sta nascendo una fiorente industria di alimenti “free” in modo da non togliere il piacere del cibo a questa categoria di consumatori.
  • Anche gli integratori alimentari che apportano sostanze che possono mitigare o annullare o ancora prevenire le conseguenze delle intolleranze, vengono continuamente proposti ai consumatori.
  • L’offerta più vasta viene  dalla rete ora accusata di incentivare l’autodiagnosi delle intolleranze ai diversi alimenti attraverso l’utilizzo di kit di analisi da fare a casa e da soli.

La conseguenza è che il fai da te diagnostico sta divenendo un vero e proprio business che neppure i costi, non proprio bassi, riescono a frenare. Qualche esempio da un sito specializzato:

  • 98 € per testare 22 prodotti alimentari a cui siamo, forse, intolleranti.
  • 500 € per testare fino a 270 cibi (vari tipi di carne, verdure, frutta, spezie, tè, caffè, ecc).

La Società Francese di Allergologia (SFA)

  • ha messo in guardia i consumatori contro l’uso improprio di questi test;
  • in caso di infiammazione intestinale cronica, dolore ricorrente, gonfiore, eczema, l’uso del kit di autodiagnosi può ritardare la diagnosi di una malattia grave.

Nel caso di un sospetto di intolleranza o allergia alimentare,  meglio consultare il proprio medico di famiglia. Deciderà lui se chiedere il parere di un gastroenterologo o di un allergologo da implementare, se necessario, con una dieta di esclusione di un cibo.

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  • Sandrino ha detto:

    Anche alcune organizzazioni scientifiche italiane sono scese ufficialmente in campo per mettere in guardia gli ignari consumatori.La Società italiana di diabetologia (Sid), che “di fronte al dilagare di diete pseudo-scientifiche” e di “pseudo-intolleranze diagnosticate con i metodi più fantasiosi” ha preso posizione assieme a numerose altre società scientifiche per “smascherare i ‘ciarlatani delle diete’ e proteggere i cittadini”.
    La Sid, insieme con l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi), l’Associazione Medici Diabetologi (Amd), l’Associazione Nazionale Dietisti (Andid), la Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu), la Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (Sinupe) e la Società Italiana dell’Obesità (Sio) ha realizzato un documento che analizza il rapporto tra allergie/intolleranze alimentari ed obesità.
    Non esiste alcune legame per la Sid etra eventuali allergie alimentari e sovrappeso e non esistono prove scientifiche in grado di validare gli strumenti di ‘diagnosi’ spesso utilizzati per sostenere il nesso tra intolleranze e obesità. Tali metodologie diagnostiche, come ad esempio il dosaggio degli anticorpi IgG4 ‘alimento specifici’ non sono infatti riconosciute dalla letteratura scientifica. La positività di questo test non indica infatti una condizione di allergia o intolleranza alimentare, ma una semplice risposta fisiologica del sistema immunitario all’esposizione ai componenti presenti negli alimenti.
    Nel mirino degli esperti anche alcuni test quali quelli elettrodermici, la variazione della frequenza cardiaca, l’iridologia, che non solo non sono specifici per la diagnosi di allergia e intolleranza alimentare, ma neppure per altri scopi diagnostici.