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Le piante hanno un’intelligenza e colloquiano con l’ambiente circostante così come fanno tutti gli altri esseri viventi.

In passato vari studiosi erano giunti già alla conclusione che le piante sono dotate di intelligenza essendo capaci di analizzare, immagazzinare, interpretare e rispondere a determinati stimoli.

A permetterne la rivincita di piante e dell’intero mondo vegetale è il neurobiologo Stefano Mancuso in una recente ricerca pubblicata sulla rivista specializzata Trend in plant science, condivisa anche dal ricercatore tedesco Frantisek Baluska.  La tesi esposta dagli scienziati è quella secondo cui le piante sono dotate di intelligenza e di un sistema insito nelle radici che permette loro di leggere e immagazzinare informazioni sull’ambiente che le circonda.

Molto semplice comprendere le conclusioni dello studio mediante un esempio pratico: Mancuso ha analizzato il comportamento della Boquilla trifoliata, piante rampicante diffusa in Cile capace di mimetizzarsi con l’albero sul quale cresce.

boquila_trifoliataLa Boquilla riesce ad assumere le sembianze dell’albero ospitante modificando il colore, lo spessore e la forma delle sue foglie

Come spiega lo scienziato, qualsiasi essere vivente per essere capace di imitare è necessario che conosca bene cosa vuole imitare, a dimostrazione del fatto che se la Boquilla assume le caratteristiche dell’albero è perché è in grado di analizzarne le informazioni e rispondere di conseguenza.

Non si tratta dell’unica pianta capace di farlo.

arabidopsis-mustardAnche la Arabidopsis riesce ad assumere misure e connotati diversi in relazione alla pianta che le è accanto.

Si tratta dunque di piante che assomigliano ad un cervello umano? No, meglio.

Se gli esseri umani sono dotati di 5 sensi, gli scienziati ne riconoscono alle piante almeno 20

strutturati in una intricata rete di microstrutture capaci di funzionare e collegarsi anche se danneggiate. Le piante anche se non sono dotate di occhi veri e propri riescono a vederci.

Diversi grandi studiosi in passato hanno sostenuto questa affascinante teoria.

Il botanico tedesco Gottlieb Haberlan, inventore della coltivazione in vitro, identificò nelle piante una struttura cellulare superficiale simile a una lente convessa in grado di riflettere la luce e le immagini. A riconoscere questa abilità nelle piante furono anche Francis Darwin e Harold Wager.