Chi dice cibo dice futuro. L’antica e ora moderna sfida di nutrire il mondo è tutta intrisa di innovazione, tecnologia, nuovi paradigmi nutritivi nonché scandali (alimentari).
Alcune grandi tendenze.
Robot, l’intelligenza artificiale entra in cucina
La rivoluzione robotica entra nelle cucine ad alta tecnologia. Vedi Chef Watson creato da IBM, il robot che elabora ricette associando creativamente sapori diversi, vari tipi di dieta, valori nutrizionali senza trascurare la scorta di cibo disponibile nel nostro frigorifero. Lo chiamano cognitive cooking
Potrà magari essere collegato a una stampante 3D. A Londra ha aperto il primo ristorante in 3D: tavoli, sedie, utensili e…cibo. anzi, food ink stampato direttamente dalle macchine. Il digitale manderà in pensione anche gli chef?
Big data, boom delle app
Cresce a ritmo esponenziale la raccolta dei dati sulle nostre abitudini alimentari e gli stili di vita. Ne approfittano le app. Open Facts Foods, confronta la qualità dei cibi. Parola chiave, condivisione ovvero informazioni messe in rete dagli stessi utenti. Ambizione: compiere scelte informate e non solo marketing-driven. Noteo esamina rischi e benefici per la salute di una moltitudine di prodotti (alimenti e beni di consumo) e dà un punteggio da 1 a 10 e un colore (il semaforo!). L’italiana Edo è nata da quattro studenti dell’università di Bologna: grazie al codice a barre aiuta a leggere le etichette, segnala le intolleranze, educa. Scaricabile su Google Play Store o su Apple App Store.
Proteine animali addio, nuovi paradigmi alimentari
C’è una popolazione mondiale in forte crescita tutta da sfamare. La domanda è: con quali proteine? Quelle che “rispettano l’ambiente” è la risposta che fa tendenza. L’agricoltura “tradizionale” è nel mirino: inquina aria e terra, consuma acqua e terre coltivabili. Quante brutte colpe Madama Dorè! Ma le disgrazie dell’agricoltura e della zootecnia faranno la fortuna dei nuovi cibi.
Mangeremo insetti, alghe, meduse. E soprattutto cibi sintetici, creati in laboratorio con ingredienti vegetali: latte o carne senza vacche, uova senza galline, formaggio senza latte.
Le start up che menano le danze sono già giganti: The Modern Agriculture Foundation (fondata in Israele, carne “coltivata”), Impossible Foods (hamburger vegetali), Beyond Meat (carne vegetale), Hampton Creek (uova), Real Vegan Cheese (formaggio), Muufri (latte) Modern Meadow (pelle vera, ma senza animali).
Li finanziano, fra l’altro, alcuni big della Silicon Valley: da Brin di Google a Bill Gates sino a grandi fondi di investimento. Mettono l’etica in primo piano, ma c’è da scommettere che queste neo-industrie alimentari sconvolgeranno il business agroalimentare. Una curiosità: a loro si ispira, in Italia, il nascituro partito Democrazia verde, primo partito vegano d’Europa, animalista e ambientalista. Vorrebbe spostare i sussidi dalla zootecnia a questi mercati alternativi.
L’intestino, secondo cervello. Tu chiamale se vuoi emozioni
“Siamo quello che mangiamo” diceva Ludwig Andreas Feuerbach. Da qualche anno la tesi del filosofo tedesco ha ricevuto la benedizione della scienza: esiste in noi un secondo cervello, l’intestino. Con 200 milioni di neuroni vegliano sulla nostra digestione e scambia informazioni con la nostra testa. Il nostro secondo cervello produce il 95% della serotonina, l’ormone del benessere. Sapevamo che il cervello può influire sul nostro sistema digerente. Scopriamo che l’intestino può influenzare le nostre emozioni.
Chiediamoci: “Cosa ho mangiato ieri sera per essere triste?” O viceversa, naturalmente.
Il cibo è… un social-business
Impegno etico (vegetariani, vegani, ecc), allergie e intolleranze alimentari, religioni. È sul web e sui social che nascono, vengono condivise e corrono a livello globale le prime convinzioni in fatto di cibo. Anche le bufale. Così in tutto il mondo fioriscono negozi privi di glutine, di alimentari e macelleria vegan nonché vegetariani. E l’industria alimentare si è già adeguata.