OFFERTE! Le cercano i consumatori quando fanno la spesa al supermercato. Ma occhio agli inganni
Abbiamo visitato alcuni supermercati nei giorni successivi alla distribuzione, porta a porta, dei volantini con le nuove offerte.
Cosa cercavano consumatori? Quasi esclusivamente i prodotti in OFFERTA al punto che i supermercati mettevano un limite alle confezioni acquistabili. Quasi meglio lo sconto di altre informazioni riportate in etichetta come origine, ingredienti e luogo di produzione di un alimento.
L’opinione diffusa è che un cibo in “OFFERTA” è
- di buona qualità
- un prezzo più che conveniente.
Meglio approfittare e comprarne anche qualche confezione in più. Ma è davvero così?
Spesa senza inganni 
Non sempre le OFFERTE sono proprio tali in termini di convenienza economica e quindi di prezzo e forse anche in termini di qualità.
Anche per le OFFERTE è invece fondamentale LEGGERE BENE L’ETICHETTA.
Soprattutto per le OFFERTE a prezzo fisso del tipo “tutto a 1 euro”, è necessario verificare:
- peso del prodotto
- prezzo unitario.
Cosa abbiamo scoperto?
- Spesso il peso della confezione è inferiore a quello delle confezioni convenzionali e quindi il prezzo dell’OFFERTA per unità di peso può essere uguale o addirittura superiore al prodotto venduto normalmente.
- Molte volte il gioco riguarda le confezioni in offerta. Hanno l’aspetto molto simile al prodotto venduto a prezzo normale fino al giorno prima, ma il peso è inferiore a quello convenzionale. La scatola di biscotti in “OFFERTA” contiene 425 grammi e non i soliti 450. La bottiglia di passata di pomodoro non è di 700 centilitri ma da solo 550!
È chiaro: si tratta di forme ingannevoli di presentazione dei prodotti per indurre in errore i consumatori
- L’inganno è più grave quando gli ingredienti vengono ridotti o sostituiti con altri di minor pregio. Il caffè con meno caffeina, il tè con meno zucchero e più additivi sono alcuni dei tenutissimi casi sui quali anche l’Ue vuole vederci chiaro. Prodotti perfettamente identici per marchio, produttore e confezione differiscono solo per la qualità e vengono commercializzati, a seconda dei casi, solo in alcuni stati membri e non in altri.
Le multinazionali dell’agroalimentare hanno diviso i consumatori in due categorie:
- quelli di serie A quelli ai quali vendere prodotti di qualità
- quelli di serie B ai quali destinare prodotti di minor qualità.
Senza dire nulla e presentando sempre la stessa confezione e lo stesso marchio!
Ma i consumatori cercano davvero l’origine in etichetta? 
Per chi cerca invece l’indicazione di origine, ricordiamo che
- quella del latte viene riportata in etichetta;
- l’origine del grano duro utilizzato per produrre la pasta verrà riportata in etichetta come quella del riso
- presto accadrà la stessa cosa per il pomodoro dei pelati e della passata di pomodoro.
- infine una nuova indicazione in chiaro come “prodotto di montagna” ci dirà che si tratta di alimenti ottenuti in montagna dove l’aria è più fine e salubre.
Ma i consumatori cercano davvero questo tipo d’informazione?