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Da grandi colture a nicchia di mercato. L’Italia fino agli anni ’50 era una forte produttrice di piante officinali, tanto che si poteva considerare tra i più importanti produttori europei. Poi, le colture che oggi chiamiamo tradizionali (grano, mais, barbabietola, soia, ecc.) hanno preso il sopravvento rilegando le officinali a un settore marginale, di nicchia.

Negli ultimi tempi l’interesse verso le specie aromatiche e medicinali si sta risvegliando, sia per il continuo aumento di richiesta di prodotto da parte del mercato, non soltanto italiano, sia per la necessità da parte degli imprenditori agricoli di ricercare nuove produzioni e nuove opportunità commerciali per diversificare le colture in campo.

Filiera cercasi – Lo sviluppo di questo settore in Italia è rallentato dalla presenza di alcuni problemi strutturali relativi al mercato e alla produzione. Primo fra tutti la mancanza di una vera e propria filiera. Sul territorio nazionale sono presenti pochi e piccoli produttori di piante officinali (la media aziendale è minore di 4 ettari), che raramente sono organizzati in gruppi o consorzi.

La qualità si decide subito – Per offrire un prodotto di qualità è necessario trasformare il prodotto subito dopo averlo raccolto (essiccazione, distillazione, ecc.) e nel nostro Paese non esistono strutture specializzate per effettuare questi servizi.

Prima trasformazione, come si fa – Di conseguenza il produttore deve provvedere a effettuare lui stesso la prima trasformazione e questo significa investimenti in mezzi tecnici (essiccatoio, distillatore, ecc.) nonostante siano pochi gli ettari investiti in azienda (di conseguenza l’ammortamento si allunga e l’investimento porta a disincentivare l’approccio alle colture officinali, non nascono le economie di scala).

Italia senza grossisti – Altro neo del settore: non esistono grossisti specializzati, come ad esempio avviene in Germania o in altri paesi del nord Europa. Spesso in Italia è lo stesso agricoltore che deve contattare le erboristerie o le aziende trasformatrici per riuscire a piazzare il prodotto. Tutto questo porta a un mercato poco trasparente e alla mancanza di prezzi certi.

Mezzi tecnici, grandi latitanti – Alle questioni legate all’organizzazione e al mercato si aggiungono anche le problematiche dovute alla mancanza di macchine agricole specifiche, in particolare durante la raccolta, e di agrofarmaci registrati per la maggior parte delle colture in oggetto.

Ma qualcuno ce la fa – Gli ostacoli da affrontare dunque sono molti e non facili da superare. Le poche aziende che in Italia producono specie aromatiche e medicinali soprattutto all’inizio sono state spinte da una forte passione. Ma quando si imbocca la strada giusta sul mercato e si riescono a risolvere le problematiche legate all’agrotecnica, si possono ottenere buoni risultati economici.

Fippo, una rete di servizi – A questo proposito in Italia dal 1995 opera la Fippo (federazione italiana produttori piante officinali), che annovera molti soci (fra produttori singoli, cooperative e società) e aderisce alla Europam (Associazione europea produzione piante medicinali), che è in grado di orientare i produttori.

Join the discussion 8 Comments

  • romano ha detto:

    Dott.ssa Fraboni grazie per la preziosa risposta. I miei terreni sono abbastanza sabbiosi quindi non dovrei avere grossi problemi vero per la echinacea?
    Con infinita gratitudine
    Romano

    • Laura ha detto:

      Gentile Romano,
      se i suoi terreni sono tendenti al sabbioso vanno benissimo per l’echinacea!
      Cordiali saluti

  • Laura ha detto:

    Gentile Maurizio,
    le piante da foglia, come la melissa e la menta, vanno raccolte poco prima che inizi la fioritura. Dopo i principi attivi ‘migrano’ nel fiore e quindi diminuiscono nella foglia.
    Cordiali saluti

  • Laura ha detto:

    Gentilissimo Romano,
    l’echinacea è una pianta molto ricercata in erboristeria, quindi: sì, le consiglio di coltivarla. Se i suoi terreni sono molto argillosi le consiglio di fare una buona lavorazione preimpianto affinché la radice riesca a crescere bene.
    Cordiali saluti

  • Maurizio ha detto:

    Gentile dr Frabboni sono un agricoltore della provincia di Napoli di 43 anni e da qualche anno ho provato a coltivare piante officinali. Ho fatto calendula, lavanda e coriandolo. questo anno ho messo anche melissa e menta. vorrei sapere quando è il momento più giusto per raccoglierle.
    Maurizio

  • romano ha detto:

    Gentilissima dott.ssa Fraboni lei è una dea. L’idea di utilizzare gli essicatoi del tabacco è molto interessante perché se ne trovano molti.
    Visto che lei mi ha scritto che è a disposizione per altre informazioni le domando Vorrei sapere se lei mi consilia di coltivare echinacea purpurea.
    Grazie, sono devoto

  • romano ha detto:

    Buongiorno dott.ssa Frabboni,
    ho letto il suo articolo con molto interesse.
    Io sono un agricoltore della provincia di Arezzo che vorrei convertire le mie coltivazioni ‘tradizionali’ in officinali. Vorrei sapere se lei mi può consiliare dove acquistare un essiccatoio per piante officinali.
    La ringrazio in anticipo e spero che lei continui a scrivere
    Saluti
    Romano

    • Laura ha detto:

      Gentile Romano,
      sono contenta che l’articolo sia di suo interesse.
      Se lei inizia un’attività sulle erbe officinali da zero io le consiglio di acquistare un essiccatoio usato; se ne trovano molti in questo momento sul mercato in quanto sono stati dismessi dai coltivatori di tabacco in Italia. Così in questo primo momento, in cui avrà sicuramente altri costi da sostenere, può risparmiare su questo investimento.
      Rimango a dispozione per ulteriori informazioni.
      Cordali saluti
      Laura Frabboni