Ogni anno quasi 16 miliardi di cibo commestibile vengono buttati via, praticamente l’1% del pil
Sono i dati dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/SWG. Il danno è ascrivibile non solo allo spreco ma, inevitabilmente, alla mole dei rifiuti che aumenta. Tra il 2010 e il 2016 i negozi di frutta, i bar e i ristoranti hanno subito un aumento della tariffa per l’asporto dei rifiuti oscillante tra il 30 e il 50%.
Ora sarà più facile per ristoranti ed esercizi commerciali destinare a beneficenza gli alimenti in eccesso grazie alla legge anti spreco approvata solo tre mesi fa che si va concretizzando in azioni operative sul territorio. Una di queste prenderà avvio in Emilia-Romagna dal 1° gennaio 2017. Un patto di collaborazione tra Confesercenti, Last Minute Market e Federconsumatori che ha come obiettivi:
- favorire la donazione di cibo
- valorizzare le eccedenze
- valorizzare il ruolo degli esercizi di vicinato
- rafforzare la solidarietà
- recuperare dai negozi tradizionali e pubblici esercizi oltre 1,2 miliardi di euro di prodotti alimentari invenduti
Il progetto, prevede un piano di recupero delle eccedenze in tre fasi :
- una piattaforma web (web app) gratuita e aperta a tutti che permetta ai negozi, gratuitamente, in alcune giornate e in determinate fasce orarie, di offrire con sconti i prodotti deperibili ai consumatori, che potranno approfittarne con facilità, diminuendo così la quota di invenduto;
- un accordo con Last Minute Market per la redistribuzione delle eccedenze tra le associazioni di solidarietà del territorio.
- l’elaborazione di un doppio piano informativo: Best Practices per gli imprenditori e un decalogo per i consumatori per evitare lo spreco a casa e fuori.
Il progetto, secondo i promotori, stima di poter recuperare in totale 1 miliardo e 218 milioni di euro di eccedenze alimentari prodotte dalle Pmi del commercio e della ristorazione.
Infatti ogni anno il settore della distribuzione commerciale, esclusa quindi la ristorazione ed il servizio bar:
- produce eccedenze alimentari invendute per un valore di circa 1.450.000 euro.
- Di questi, circa 518 milioni di euro sono accreditabili agli oltre 95mila negozi della distribuzione tradizionale alimentare attivi in Italia.
- A questi, andrebbero sommati anche i circa 700 milioni di euro in beni alimentari recuperabili attraverso il protocollo dai 201.400 ristoranti italiani.