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Prodotti biologici a prezzo “democratico”, zero packaging e riciclo. I valori passano dal cibo. A Bruxelles e non solo

 

Biomarket: la nuova generazione dei biomercati è attenta alla qualità, alla salubrità, ai valori nutrizionali. Ma è soprattutto etica.

Uno sguardo lungo puntato sul mondo, non su di sé. Verso un futuro sostenibile fatto di scelte quotidiane che rispettano l’ambiente, il lavoro, la società. Scelte vicine per andare lontano.

Vedi il caso dei biomercati di nuova generazione che fioriscono a Bruxelles. Biomarket che vendono soprattutto prodotti sfusi

logo THE BARNPrendi l’esempio di The Barn, biomercato nato nel maggio 2017. Circa 500 metri quadri a Place Saint-Pierre,  Etterbeek. Il suo slogan: la qualità si mostra, non si imballa mai. 

Quattro le scelte strategiche:

  • prodotti venduti sfusi al 95%: zucchero, sale, pasta, cereali, frutta e verdura, biscotti, cioccolato. Vuol dire ridurre il costo dell’imballaggio (15-30% del prodotto), vuol dire ricordarsi dell’ambiente per provare a ridurre l’inquinamento
  • Rapporto diretto con gli agricoltori per eliminare i costi degli intermediari e per sostenere il reddito dei produttori locali
  • Riciclaggio dei materiali e del cibo: l’edificio e gli arredi sono costituiti al 90% da materiali recuperati e trasformati (dai pallet a vecchi mobili abbandonati); frutta e verdura invendute finiscono nelle compostiere del giardino oppure donati a organizzazioni benefiche. Anche gli abitanti del quartiere possono utilizzare le compostiere guidati da un esperto di compostaggio.
  • No marchi, no logo. Solo The Barn che garantisce elevata qualità per un numero limitato di referenze per ogni prodotto. Per non perdersi di fronte a scelte troppo vaste.

Questo è The Barn (il granaio): Bio, Accessible, Respecteux et Novateur 

  • Bio come biomarket
  • Accessibile al maggior numero di persone a prezzi democratici, più contenuti grazie al circuito corto e alla partnership con i produttori. Focalizzato sui volumi piuttosto che sui margini e su una qualità molto alta. Ciò garantisce rotazione rapida, freschezza ottimale.
  • Rispettoso dei produttori, del territorio, delle stagioni e quindi del consumatore. E rispettoso dell’ambiente perché è nel segno dello sviluppo sostenibile.
  • Novateur, innovativo perché è un luogo di incontro con i visitatori, uno spazio anche pedagogico dove non compri solo qualcosa da mangiare, ma scegli in modo “responsabile”: impari a riconoscere le stagioni e i suoi frutti, l’origine degli alimenti, cultura e storia del cibo,  gusti e caratteristiche nutrizionali.

Come cambia il lavoro: i nuovi ortolani

Quentin Labrique e Julien de Brouwer.Chi sono questi ortolani di nuova generazione che si prendono cura del mondo puntando sull’economia circolare? Sono giovani, sul crinale dei 30 anni. Si chiamano Quentin Labrique e Julien de Brouwer. Sono laureati: discipline umanistiche, non tecniche: uno in Legge, l’altro in Politiche internazionali.

Il mercato è fatto con le persone

Qualcuno apre supermercati senza casse controllati dai robot?  The Barnes sceglie la fisicità, neanche l’online. Meglio un negozio reale, fisico, dove i prodotti li puoi toccare e annusare. E dove puoi magari interagire con altri clienti. Seguire corsi. Accrescere la tua consapevolezza. The Barn interno prodotti sfusi

Metti l’etica in tavola

Questa è la nuova onda: abbinare l’etica ai consumi. Parte dal cibo. Con diverse declinazioni. Ad Amsterdam la lotta alla plastica, all’eccesso di imballaggi, la voglia di sfuso è arrivata al supermercato: il primo al mondo, dicono, con un’area 100% plastic free o zero packaging.

In Inghilterra,  Theresa May ha inserito l’idea dei supermercati plastic-free nella sua agenda verde.

Poi c’è la Francia, dove boicottano i supermercati ex simbolo della modernità e della prosperità. E dove scoppiano, al contempo, i  “moti della Nutella”.

Perché intanto la forbice tra ricchi e poveri si allarga e  la domanda è: la nouvelle vague etica sarà per caso solo l’ultima moda delle classi più colte e più ricche?

O siamo nel ciclo delle innovazioni sociali: comincia una minoranza, se ne appropriano le élite, arrivano le classi medie e popolari. Tempo circa 40 anni.

I primi vagiti dei consumi consapevoli risalgono in effetti agli anni ’70, agli hippy, a Park Slope Food Coop. Ora hanno raggiunto millenials .

Riusciranno a riappropriarsi del mondo? O saranno i supermercati a cavalcare le loro idee e i loro sogni?