Impazza nei ristoranti alla moda, negli agriturismi svedesi e nelle città americane
Foraging, tu sai cos’è? Altro che km zero. Altro che bio.
È l’ultima frontiera in fatto di cibo a impronta zero.
Zero perché il cibo lo raccogli tu e dev’essere selvatico. Prendi la bici, o vai a piedi, per boschi, prati e campi a caccia di piante, bacche, fiori.
Come gli animali, come le tribù primitive se ancora ne esistono, come ai tempi delle carestie.
- A Milano è già molto trendy nei ristoranti alla moda.
- magari lo conoscevate già con il nome di fitoalimurgia.
- abbiamo parlato del suo utilizzo nella gastronomia pugliese
Arresti per foraging in Gran Bretagna
In Gran Bretagna sarebbe ormai fuori controllo. Almeno secondo il Telegraph che racconta e ironizza sugli eccessi del foraging:
- c’è la bici per il foraging costruita a mano e in vendita al modico prezzo di oltre 4.000 euro
- l’ossessione dei ristoratori alla moda: dichiarare ingredienti foraged è un must e un punto d’onore
- e l’incremento degli arresti per foraging nelle aree vietate. L’etica e i principi della sostenibilità sono stati travolti dalla prospettiva di vendere piante o funghi ai ristoranti ricavandone oltre 50 €/kg. Insomma, i boschi vengono depredati e i cercatori più sfacciati si organizzano con minibus. Fino a ieri erano sintonizzati con l’ambiente. Oggi con il business.
Conoscere il foraging
Avrà esagerato il Telegraph? Siamo poco più che all’inizio. In Svezia, ad esempio, ci sono agriturismi che scommettono sul foraging.
In Italia è nato Wood*ing il food lab dedicato appunto all’utilizzo di cibo selvatico per la nutrizione umana. Sulle basi scientifiche. Il primo al mondo seguito da altri due in Inghiterra e in California.
Perché il foraging non si improvvisa. Il team di esperti multidisciplinari di Wood*ing sta catalogando piante selvatiche a scopi alimentari (già 9000 specie commestibili individuate). Dall’altro propone corsi sulle piante selvatiche e degustazioni basate sull’analisi nutrizionale. Piante quasi mai cucinate veramente; semmai cotte lentamente attraverso mesi di fermentazione.
Una regola di base del foraging? Prelevare le piante da aree incontaminate.
Urban foraging from Usa
Niente a che vedere con l’urban foraging che invece imperversa in certe città degli Usa: Baltimora, New York City, Filadelfia, Seattle. La raccolta di piante selvatiche a bordo strade trafficate, parcheggi, superstrade che circondano le aree urbane. Vedere per credere:
Che siano inquinate quelle piante? Un nuovo studio dei ricercatori del Johns Hopkins center for a livable future spiega invece i numerosi benefici del foraging urbano:
- per la salute e la società
- su temperatura e acque piovane
- altri servizi ecosistemici
- né fertilizzanti, arature o allevamento di bestiame coinvoltoinella preparazione di un pasto. Fatta eccezione per l’energia necessari per lavorazione e preparazione.
Sembra che l’agricoltura sia passata di moda.