Parmigiano, prosciutti e oliva di oliva non saranno penalizzati. Ma come sosterremo l’aumento della spesa pubblica per la sanità?
Tasse sul made in Italy? Sentito, visto o letto la polemica delle tasse su Parmigiano Reggiano, prosciutti dop, olio di oliva e made in Italy?
Era una bufala come spiega qui Il Post.
E allora? Allora l’Oms, agenzia dell’Onu, dice in realtà che i governi dovrebbero “limitare la commercializzazione di prodotti non salutari (quelli contenenti una quantità eccessiva di zuccheri, sale, grassi saturi e trans) ai bambini”.
Quindi non fa liste di alimenti italiani vietati.
E le tasse sul made in Italy?
Secondo l’Oms incentivi e disincentivi fiscali “dovrebbero essere presi in considerazione
- per incentivare stili di vita salutari,
- promuovendo il consumo di prodotti sani
- limitando la commercializzazione, la disponibilità e il consumo di prodotti non salutari”.
In alcuni paesi europei le tasse sulla salute esistono già.
La stessa Oms (Organizzazione mondiale della sanità) è intervenuta per chiarire che:
- a settembre 2018 non farà la graduatoria degli alimenti ammessi e di quelli super sconsigliati,
- fornirà solo di fornire alcune linee guida per diminuire i rischi di gravi patologie come obesità, diabete e malattie coronariche.
E il Crea stoppa le demonizzazioni dei singoli cibi
Ora interviene anche il CREA, il più importante ente italiano di ricerca sull’agroalimentare. È incaricato di elaborare le Linee Guida per una Sana Alimentazione italiana. Sono le uniche indicazioni istituzionali in materia dirette alla popolazione sana.
Ecco la sua posizione ufficiale.
Schemi di deterrenza al consumo di alcuni alimenti basati sulla tassazione sono
- diseducativi,
- incoerenti con l’educazione alimentare e con le conoscenze attuali nel campo della nutrizione.
E allora come migliorare la dieta? Non con singoli alimenti, né con tasse sul made in Italy
La premessa di Crea è che:
è il pattern dietetico nella sua globalità ad essere protettivo per la salute, più che un singolo alimento o un singolo ingrediente.
Ecco le azioni da promuovere:
- promozione di alimenti (frutta, verdura, cereali integrali e legumi) il cui consumo è in grado di togliere spazio ad altri prodotti,
- senza però rinunciare ad altri prodotti
- e senza quindi privarsi delle loro proprietà benefiche.
È il modello alimentare mediterraneo, che ritroviamo nelle indicazioni internazionali:
- Una dieta salutare è quella basata sulle componenti vegetali, per cui è importantissimo promuovere in tutte le fasce di età il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, in considerazione del loro ruolo per la protezione della salute.
- È opportuno riequilibrare il consumo di prodotti quali carne, formaggi e, in genere, di tutti gli alimenti ad elevata densità energetica. In una dieta, la cui base sia costituita da frutta, verdura, cereali integrali e legumi, possono entrare anche tutti gli altri alimenti, proprio perché non ci sarà così tanto spazio da consentire gli eccessi.
- È necessario limitare l’assunzione di fonti di zuccheri, sale, alcool e grassi.
Qual è il fine? Non è la salute dei consumatori, ma la riduzione della spesa pubblica per la sanità. Che aumenta quando le patologie aumentano.
E allora se il prosciutto fa male è meglio tassarlo per scoraggiarne il consumo o spendere soldi pubblici per una corretta educazione alimentare?