Obbligo appena introdotto, ma destinato ad essere volatilizzato da un provvedimento europeo. Cancellerà anche l’origine di latte, olio e uova
Troverai l’origine di pasta e riso in etichetta.
Potrai così sapere dove sono stati prodotti grano duro e riso (produzione, molitura o confezionamento). E scegliere.
L’obbligo è previsto da due decreti interministeriali
Cosa troveremo sugli scaffali? 
- pasta e riso con le nuove etichette
- pasta e riso senza origine fino ad esaurimento scorte.
A chi serve l’etichetta di origine di pasta e riso. E a chi no
- ai consumatori nel nome della sicurezza alimentare e del diritto all’informazione
- ai produttori nazionali di grano duro e riso. Che sono in difficoltà
- e i produttori di grano tenero? Restano fuori. Non c’è obbligo di etichettatura per un lungo elenco di prodotti a base di grano tenero, spesso importato.
Prodotti che restano senza etichetta di origine
- pane e pizze
- prodotti da forno: biscotti, torte, panettoni e altri prodotti dolciari.
- piatti pronti e surgelati a base di pasta secca e riso. Via libera, quindi, al grano duro importato dal Canada e altri Paesi per produrre le lasagne congelate e dintorni.
- tantissimi prodotti a base di riso: bevande vegetali, riso soffiato e soprattutto prodotti salutistici come quelli destinati ai celiaci.
Perché tante polemiche?
- C’è chi esulta: “Mettiamo fine all‘inganno dei prodotti importati, spacciati per nazionali” secondo Coldiretti.
- Chi ironizza: “ I consumatori verificheranno che dietro ottime marche di pasta a volte ci sono semole ricavate da grani duri italiani e altre volte, invece, semole che utilizzano anche ottimi grani duri stranieri. Perché la qualità non conosce frontiere” dicono i pastai di Aidepi.
- Chi si preoccupa, come Federconsumatori per l’arrivo di un nuovo Regolamento UE sull’origine degli alimenti. Cosa prevede? Nessun obbligo di indicazione di origine della materia, ma “una semplice discrezionalità: le aziende possono scegliere se indicare o meno la provenienza sulle confezioni. Significa polverizzare l’obbligo di origine per olio extravergine di oliva, latticini e uova. Che in Italia esiste già”.
Insomma, un passo indietro.