Vuoi coltivare officinali? Risparmierai lavorazioni del terreno, agrofarmaci e acqua
Le piante officinali, conosciute soprattutto per la loro ricchezza di principi attivi utilizzati in fitoterapia, sono in grado di portare benefici anche a terreno, aria e acqua.
Come? Grazie alla loro “rusticità”. Queste specie vegetali, infatti,
- sono resistenti agli attacchi di molti patogeni,
- instaurano una forte competizione con le erbe infestanti
- sono poco sensibili agli stress idrici e termici.
Coltivare officinali vuol dire generare un impatto ambientale contenuto in termini di:
- lavorazioni del terreno,
- utilizzo di agrofarmaci
- richiesta irrigua.
Tutto questo va a vantaggio di aria, acqua e suolo

aratura

minima lavorazione
Officinali e lavorazioni del terreno
Camomilla, rosmarino, timo, aneto, menta e molte altre piante officinali si adattano bene alla minima lavorazione del terreno. Parliamo del minimum tillage, cioè lavorazioni del suolo a una profondità minore rispetto a quella tradizionale. Di solito in agricoltura si eseguono arature a 45 cm di profondità, le piante officinali crescono bene anche effettuando lavorazioni a 30 cm o 20 cm.
- Il minimum tillage riduce le perdite di acqua per evaporazione, quindi favorisce il contenuto idrico del suolo in quanto il terreno lavorato poco è meno esposto all’aria.
- Inoltre la perdita di sostanza organica è limitata e di conseguenza occorrono minori interventi di concimazione.
Rucola, aneto e timo: buoni anche con il minimum tillage
Da alcune sperimentazioni è emerso che sia per la rucola sia per l’aneto si ottengono buoni risultati produttivi, qualitativi e quantitativi, con il minimum tillage.
La rucola raggiunge valori più che accettabili per: lunghezza della radice, lunghezza del fusto, numero di foglie, peso fresco totale, peso fresco della radice, peso fresco del fusto, peso secco totale. Anche il peso fresco, la dimensione, il colore e la lucentezza delle foglie raggiungono ottimi risultati.
E l’aneto? Né dal punto di vista qualitativo, né quantitativo si hanno peggioramenti rispetto alle lavorazioni tradizionali adottando il minimum tillage.
Anche la produzione degli oli essenziali delle piante officinali sembra non risentire negativamente delle minime lavorazioni. Da prove sperimentali sul timo è emersa una buona presenza di alcuni componenti quali: α e β Pinene, α Thujene, Camphene, Sabinene, 1-Octen-3-ol, 3-Octanone, α e γ Terpinene, p-Cymene.
Per saperne di più:
OROFINO A., RUSSO V., DISCIGLIO G., DE SIMONE G., FRABBONI L. (2009) Prove di minimun tillage per la coltivazione di Anethum graveolens L. e Diplotaxis tenuifolia (L.) DC Poster presentato al VII Convegno AISSA “Agricoltura, Qualità dell’Ambiente e Salute” Ancona 02 – 04 Dicembre
FRABBONI L., BENVENUTI S., DE SIMONE G., RUSSO V., ORLANDINI G. (2009) Influenza del minimum tillage sulla composizione degli oli essenziali del Thymus vulgaris L. XXXVIII Convegno Nazionale della Società Italiana Agronomia Firenze 21-23 settembre (229:230) ISBN 9788890438707
FRABBONI L., DISCIGLIO G., DE SIMONE G., RUSSO V. (2009) Influenza delle lavorazioni del suolo su parametri qualiquantitativi del Rosmarinus Officinalis L. e sulla flora infestante XXXVIII Convegno Nazionale della Società Italiana Agronomia Firenze 21.23 settembre (117:118) ISBN 9788890438707
FRABBONI L., DE SIMONE G., RUSSO V. (2008) Influence of tillage on the productivity of Anethum graveolens L. in a semi-arid Mediterranean Environnement Italian Journal of Agronomy Ed Italian Society of Agronomy (3:207-208)
FRABBONI L., DE SIMONE G., RUSSO V. (2008) Tillage system effects upon productivity of Menta x Piperita L. Options Méditerranéennes, A 84,– Irrigation in Mediterranean Agriculture: challenges and innovation for the next decades, Paris (55:60)