Lo stop alla cannuccia non basterà. Sai cosa rischi?
La plastica è flessibile, resistente, sterile e conveniente: un caso di resilienza perfetta.
Mito degli anni ’50: da rivedere “Sabrina” di Billy Wilder per innamorarsene.
Ma ci è scappata di mano.
È finita nei mari, nell’ambiente e nel nostro cibo. A partire dai pesci.
L’hanno trovata in 1 tartaruga su 3. Allarme di Greenpeace
Un problema mondiale come spiega la campagna “Planet or Plastic?” di National Geographic
25 grandi fondi di investimento chiedono ai big del food (Nestlè, Pepsi, Unilever ecc) di ridurre la plastica
Plastic Solutions Investors Alliance is pressuring #BigFood to reduce its use of plastic packaging. #reducewaste #plasticpollution #Environment https://t.co/vBfizVmjAu
— WasteZero (@WasteZero) June 27, 2018
C’è chi si è già mosso come Starbuck con l’addio alla cannuccia
We're removing plastic straws in our stores globally by 2020—reducing more than 1 billion plastic straws per year from our stores.
— Starbucks Coffee (@Starbucks) July 9, 2018
O come Adidas
Really AWESOME news, adidas! We couldn't be happier to see you lead the charge on sustainable apparel! Learn more ➡️ https://t.co/tUKqjqxt7h pic.twitter.com/bUMzmXcxW7
— As You Sow (@AsYouSow) July 18, 2018
Bando alla plastica anche in alcune città americane: Seattle è stata la prima.
Altre si preparano come New York e San Francisco.
Seattle became the first major U.S. city to ban drinking straws, an environmentally friendly move that leaders hope will spark a nationwide conversation about small, everyday changes that people can make to protect the planet. https://t.co/fuunXTCBGH
— NRDC 🌎🏡 (@NRDC) July 15, 2018
E McDonald’s lo farà da settembre nel Regno Unito: solo cannucce in carta riciclabile.
Il nostro pane quotidiano
Siamo in attesa del bando europeo alla cannuccia (piccola parte del problema) e altri oggetti in plastica.
In realtà, l’insidia viene dalle microplastiche. Dove le troviamo?
- pesci ma sono presenti per lo più nello stomaco e nell’intestino, di solito eliminati: quindi siamo meno esposti. Attenzione invece ai frutti di mare, ostriche e cozze in particolare.
- Miele
- Birra
- Sale marino
- Acqua di rubinetto
- Polvere domestica.
La chiamano zuppa di plastica
Dicono che nel 2050 avremo più plastica che pesci nei mari.
Il fatto è che la plastica arriva e può sparire rapidamente dalle nostre vite: un sacchetto, una bottiglia.
Impiega in realtà dai 200 ai 1000 anni per decomporsi.
Cosa sono le microplastiche, le più insidiose, invisibili agli occhi?
- da 1 a 5mm di diametro
- utilizzate anche per cosmetici e dentifrici
- la maggior parte deriva da spazzatura galleggiante che si frantuma, esposta ai raggi UV
- sono presenti ovunque: aria, acqua e alimenti
- possono contenere in media il 4% di additivi
- ci sono anche le nanoplastiche: da 1 a 100 nanometri.
Fanno male alla nostra salute?
Cosa accade quando le microplastiche finiscono nei nostri piatti? Quali danni provocano additivi e contaminanti assorbiti dalle plastiche?
Gli studi sono ancora troppo pochi per essere generalizzati e sono stati condotti sugli animali e in provetta. Dimostrano comunque effetti negativi. Alcuni esempi:
– BPA (bisfenolo A) è un additivo di molti prodotti, plastica inclusa. Rende le bottiglie trasparenti, ma interferisce con il nostro sistema ormonale
– DEHP e altri ftalati (esteri dell’acido ftalico) donano flessibilità ed elasticità alla plastica, ma possono causare il cancro.
Poi ci sono gli inquinanti delle microplastiche. Ad esempio:
- i policlorobifenili (PCB)
- gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
Tutti rischi da approfondire e studiare perché, come ha scritto Efsa per valutare il rischio umano mancano dati tossicologici e tossicocinetici.